"L'imbalsamatore" è un film del 2002 diretto da Matteo Garrone che racconta la storia di Peppino, un uomo solitario e introverso che lavora come imbalsamatore. Peppino vive in una Napoli decadente e grigia, dove la morte è sempre presente e il lavoro di imbalsamazione è considerato un mestiere macabro e poco apprezzato.
La vita di Peppino cambia quando incontra Valerio, un giovane ragazzo che cerca lavoro. Valerio diventa il suo assistente e insieme iniziano a imbalsamare i corpi dei defunti. Ma Valerio non è solo un semplice aiutante, è anche un ladro abile e senza scrupoli che convince Peppino a rubare i soldi dei morti.
Peppino si innamora di Valerio, ma la loro relazione non può durare a lungo. La situazione si complica quando Peppino scopre che Valerio ha una relazione con una donna sposata. La gelosia lo spinge a commettere un omicidio per proteggere il suo amore.
Il film è una riflessione sulla solitudine, sull'amore impossibile e sulla morte. Garrone ci mostra una Napoli grigia e decadente, dove la vita sembra non avere più senso. La fotografia del film è magnifica, con colori spenti e atmosfere cupe che creano una sensazione di oppressione.
La performance degli attori è straordinaria: Toni Servillo interpreta Peppino con grande intensità emotiva, mentre l'esordiente Gianfelice Imparato dà vita a Valerio con una perfetta combinazione di fascino e malvagità.
"L'imbalsamatore" è un film che lascia il segno, una storia intensa e commovente che ci fa riflettere sulla vita e sulla morte. Un capolavoro del cinema italiano contemporaneo.